Regista teatrale italiano. Nato in una
famiglia nella quale multiculturalità e spirito artistico (il nonno e la
madre erano apprezzati musicisti) contribuirono a orientare le sue future
scelte, ancora giovanissimo si trasferì a Milano dove si iscrisse alla
facoltà di Legge. Interrotti gli studi giuridici, frequentò
l'Accademia dei Filodrammatici. Allo scoppio della guerra
S. venne
arruolato e successivamente fu rifugiato in Svizzera dove decise di non
interrompere la propria attività mettendo in scena, con lo pseudonimo di
Georges Firmy (cognome preso a prestito dalla nonna materna)
Assassinio nella Cattedrale di Th.S. Eliot,
Caligola di A. Camus e
Piccola città di Th. Wilder. Al suo ritorno in Italia, il primo
spettacolo realizzato fu
Il lutto si addice a Elettra di E. O'Neill; nel
frattempo fu critico teatrale per "Momento sera". Nel 1947, insieme
all'amico Paolo Grassi, decise di fondare quello che sarebbe divenuto il
più importante centro di ricerca e dinamica teatrale del dopoguerra, il
Piccolo Teatro di Milano, inaugurato il 14 maggio con lo spettacolo di M.
Gor'kij
L'albergo dei poveri.
S. fu direttore artistico del
Piccolo fino al 1968, ritornandovi nel 1972 in veste di direttore unico, carica
che ricoprì fino al 1996. Sin dalla sua nascita il Piccolo fu per
S. luogo nel quale perseguire i suoi intenti di ricerca ed elaborazione.
Tre furono, in un primo tempo, i filoni intrapresi dal regista: la rilettura
critica delle opere di C. Goldoni (
Arlecchino servitore di due padroni,
1947;
La trilogia della villeggiatura, 1954;
Le baruffe
chiozzotte, 1964); la riscoperta e la valorizzazione dei testi propri del
teatro milanese, con particolare attenzione a quelli di C. Bertolazzi (
El
nost Milan, 1955;
L'egoista, 1960); la rilettura delle opere di W.
Shakespeare e di B. Brecht, dapprima nel senso di una particolare fedeltà
al testo e ai suggerimenti propri dell'autore (è il caso di
Coriolano, 1957, per Shakespeare, o di
L'anima buona di Sezuan,
1957, e
L'eccezione e la regola, 1961, per Brecht), quindi all'insegna
della reinterpretazione critica dei testi legata alle conoscenze e alle
situazioni politico-sociali del momento (ecco quindi
Vita di Galileo,
1963, di Brecht, e
Il gioco dei potenti, 1964, tratto dall'
Enrico VI
di Shakespeare). La complessità dell'approccio ai testi spinse
S. al già citato abbandono del Piccolo (1968) per la creazione di
una sua compagnia (il Teatro Azione) con la quale proseguì
l'attività di ricerca destinata a continuare, a partire dal 1972,
nuovamente al Piccolo. Tra gli allestimenti del periodo ricordiamo:
Santa
Giovanna dei Macelli (1970) di B. Brecht,
Re Lear (1972) di W.
Shakespeare,
L'opera da tre soldi (1973) di B. Brecht,
Il giardino dei
ciliegi (1974) di A. Cecov. Durante gli anni Ottanta e Novanta
S. si
concentrò soprattutto sulla riedizione di suoi lavori precedenti e sulla
realizzazione di un progetto, il
Faust, che si concretizzò nella
messa in scena di
Faust,
frammenti parte I (1989) e
Faust,
frammenti,
parte II (1991). Parallelamente
all'attività di regista di prosa,
S. si cimentò più
volte nella regia di opere liriche, con attenzione particolare a quelle di W.A.
Mozart:
Il ratto del serraglio (1964),
Le nozze di Figaro (1972),
Il flauto magico (1974),
Don Giovanni (1987),
Così fan
tutte (postumo, 1998). Tra le altre regie liriche ricordiamo:
La Traviata
(1947) di G. Verdi;
Simon Boccanegra (1972) di Verdi;
L'amore
delle tre melarance (1974) di S.S. Prokofiev;
Falstaff (1980) di G.
Verdi;
Fidelio (1990) di L. van Beethoven. Nel 1987 si prodigò per
l'apertura di un nuovo teatro (Teatro Studio), destinato prevalentemente alla
ricerca e all'attività della Scuola di Teatro diretta da
S.
stesso, mentre nel 1998 venne inaugurato il cosiddetto Nuovo Piccolo Teatro, poi
denominato Teatro
Strehler
. Nel 1982
S. fu nominato
direttore artistico del neonato Teatro d'Europa, voluto da F. Mitterand e J.
Lang, rispettivamente presidente e ministro della Cultura francesi, e nel 1989
divenne direttore dell'Unione dei Teatri d'Europa. Senatore della Repubblica dal
1987 al 1992 nelle file del PCI, fu per un certo periodo parlamentare europeo.
Tra le tante onorificenze da lui ottenute ricordiamo il premio Goethe, la laurea
honoris causa presso l'università di Roma e la Legion d'onore
francese. Nel 1974 raccolse i propri scritti nel volume
Per un teatro
umano. ║
S. e la concezione del teatro: ispirato fin da
giovanissimo dalle teorie del regista austriaco M. Reinhardt,
S. vide
nell'attività teatrale il triplice intento comunicativo, divulgativo (e
in questo senso va visto l'allestimento di varie attività culturali -
mostre, conferenze, ecc. - connesse alle opere presentate) e di partecipazione
(memorabili le prove aperte allestite al Teatro Studio, costruito in modo da non
creare una linea di demarcazione tra pubblico e attori). Esemplificativo
è allora da intendere il percorso di avvicinamento all'opera teatrale
proprio del regista, caratterizzato da varie tappe di lavoro concentrate
sull'attore, sul testo e sulla struttura scenica (importantissime le luci e le
scene, unite nella ricerca di una "leggera intensità")
(Barcola, Trieste 1921 - Lugano 1997).
Giorgio Strehler